Erik Lamela: il mancino che ha stregato il Milan

Classe 1992 e grande sinistro: queste le caratteristiche di Erik Lamela che hanno fatto letteralmente innamorare Ariedo Braida. Il dirigente rossonero era in tribuna per River Plate- Estudiantes in modo da poter visionare il 18enne.
José Alberti, grande esperto di cose argentine, ha tracciato un profilo del calciatore: “E’ un vero e proprio fenomeno, quando giochi nel River Plate puoi giocare ovunque nel mondo. E’ simile a Sivori ed Hernanes, a dodici anni aveva già fatto scuola football 2000, che ti insegna a palleggiare. A tredici anni riusciva a fare tremila palleggi senza sbagliare, lo chiamano il malaborista (giocoliere) del football. Maradona palleggiava con le arance, lui con un pallone numero due. Il Milan ha trovato un vero e proprio fenomeno, quattro anni fa il Barça era disposto a portarlo in Europa offrendo anche lavoro al padre, ma il ragazzo non se l’è sentita”

Cresciuto nel vivaio del River Plate, fin dai primi anni calcistici, il Coco (così soprannominato) Lamela sembrava essere un predestinato. Nel 2004 infatti fu vicinissimo a trasferirsi al Barcellona quando aveva appena 12 anni, ma alla fine l’allora presidente del River Plate, Aguilar vedendone le potenzialità riuscì a trattenerlo. É considerato la nuova grande promessa del calcio argentino. Il piano del Milan per portarlo in Italia è quello di accompagnare ad un’offerta che si aggira sui 20mln la possibilità di lasciare il ragazzo ancora un anno in patria così che possa completare la sua maturazione calcistica e fisica.



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